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Hate speech, migrazioni e discorso pubblico

Su Rete Nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d'odio 

La condizione di migrante appartiene da sempre al genere umano. Tutti siamo migranti, lo siamo stati o potremmo esserlo. Questo è il principio che fa da sfondo al contributo Ospitalità mediatica. Le migrazioni nel discorso pubblico, di Paola Parmiggiani e Pierluigi Musarò.

Eppure questa condizione è creatrice di disuguaglianze, di divisioni che vedono un “noi” da proteggere e un “loro” da escludere. E tra i vari dispositivi di esclusione messi in campo dal dibattito politico – e non solo – per far fronte alla minaccia dell’immigrazione c’è l’hate speech, che abbraccia e alimenta la narrazione mediatica di tipo emergenziale del fenomeno.

L’opinione pubblica viene influenzata dai messaggi costruiti e diffusi da radio, televisioni, giornali e social network veicolando una percezione negativa delle migrazioni che contribuisce alla proliferazione di atteggiamenti di chiusura nei confronti dell’altro da noi. Da questi sentimenti di paura e insicurezza prende vita la retorica dell’invasione sui social network, un linguaggio discriminatorio che si declina su più livelli di odio, online e offline.

Il rapporto tra migrazioni, hate speech e discorso pubblico viene approfondito accuratamente all’interno di un volume che vuole ripensare l’ospitalità come questione culturale e politica, presentando strumenti concreti per superare il gap tra immigrazione reale e immigrazione mediatica al fine di dar voce alle protagoniste e ai protagonisti della migrazione.

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